top of page
APEIRON
Gregory Di Carlo

dal 27.06.2019 al 31.07.2019

Schermata 2019-06-18 alle 12.30.43.png
Schermata 2019-06-18 alle 12.31.02.png

Dal 27 Giugno al 31 Luglio la Galleria ArteSì di Modena, via Fonte d'Abisso 10, presenta "Apeiron", personale dell'artista Gregory Di Carlo.

Nato a Roubaix (Francia) nel 1975, dopo un quadriennio di studi presso l'Università di Urbino, si trasferisce a Roma dove si diploma in pittura presso l' Accademia di Belle Arti, Nel 2003 inizia la sua attività espositiva presso la ex cartiera La Rampa Prenestina, attività che prosegue con varie mostre personali e collettive in varie gallerie ed istituzioni in Italia e all'estero.

Di lui hanno scritto vari critici, fra gli altri Carlo Fabrizio Carli, Daniela Madonna, Gianni Garrera ed Alessandra Morelli. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private. Gregory Di Carlo dipinge soggetti colti in spazi dilatati, ritratti di adolescenti in cui si riconosce e dai quali vuole cogliere una primigenia vitalità, e paesaggi lontani e indefiniti ai quali attribuisce la rappresentazione di una origine ugualmente evolutiva.

Anima le sue tele con colori di natura terrigna, a volte segnata da lampi di indaco quasi fluorescente, testimone di atti creativi che dalla polvere – terra ci testimoniano l' intervento divino nella plasmazione dell'uomo.

Gregory Di Carlo dipinge soggetti colti in spazi dilatati, ritratti di adolescenti in cui si riconosce e dai quali vuole cogliere una primigenia vitalità, e paesaggi lontani e indefiniti ai quali attribuisce la rappresentazione di una origine ugualmente evolutiva.

Anima le sue tele con colori di natura terrigna, a volte segnata da lampi di indaco quasi fluorescente, testimone di atti creativi che dalla polvere – terra ci testimoniano l' intervento divino nella plasmazione dell' uomo.
Non e' casuale in ebraico il termine “adam" ( uomo ) derivato da “adama" ( terra ) a confermare l'intima connessione fra le due nature.
Lo afferma anche Gianni Garrera (Etimologia per la pitture di Gregory Di Carlo): “si tratta di polvere del suolo non ancora consolidata, rispetto alla terra dei pigmenti o dei fanghi intrisa di virtù creatrice o plasmatrice.
I paesaggi di Di Carlo sono concepiti come tabula rasa, fatti della stessa materia di cui è fatto l'uomo, perchè il panorama di Di Carlo è veramente infinito (apeiron) nel senso di infinita polvere sottile e impastabile. È evidente il legame fra la terra dei paesaggi e l'incarnato delle figure: piccoli Adami formati dalla terra, con un accenno aleatorio di soffio dello spirito trasmesso da bave luminescenti di blu oltremare, esattamente indaco maccabeo... Comunque l'essere è terrestre, non celeste, benchè abbia il fiuto del cielo, come segnato da queste scie o residui di indaco“.
La mostra presenta un racconto di venti anni di lavoro di Gregory Di Carlo, in cui appare salda la linea creativa dell'artista, con lavori su tela e carte. Egli “ritrae il suo Adamo in una fase più originaria e atroce, prima di essersi evoluto a coltivare il paradiso terrestre fiorito e popolato, quando era ancora indistinguibile dalla terra polverosa dalla quale e' stato formato ed alla quale ritornerà“.

bottom of page